a cura di Valentina Biondini, appassionata di arte e letteratura

Qual’è il colmo per un visionario della calamità come io sono stato definito? Morire? O peggio ancora sparire misteriosamente in una delle campagne militari condotte durante quella che, per l’appunto, è stata una fra le più cruente calamità della storia dell’uomo, la Seconda guerra mondiale? Ma andiamo con ordine. Il mio nome è Franz Sedlacek e, a torto o ragione, sono stato uno dei principali artisti austriaci attivi tra le due guerre mondiali.
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Affermava Susan Sontag nel suo saggio Sulla fotografia (1977): “Nessuno ha mai scoperto la bruttezza tramite le fotografie. Ma molti, tramite le fotografie, hanno scoperto la bellezza”. In effetti l’arte-fatto fotografico spesso ci invita non solo a riflettere, ma soprattutto a intravedere una potenza nell’immagine visiva capace di suscitare in noi reazioni emotive profonde. Come se, improvvisamente, attraverso quello scatto, il nostro sguardo fosse in grado di vedere qualcosa che va al di là della consuetudine, spingendoci oltre. E’ quello che succede nel libro “Sulle gambe” di Donatella Ferrini, attualmente in pre-ordine su bookabook in una campagna di crowdfunding con l’obiettivo della pubblicazione, nel quale il suo giovane protagonista modifica l’approccio doloroso alle vicissitudini della sua vita proprio dopo aver osservato una fotografia. Parliamone con la scrittrice.

