Mattea Perrotta/Il potere dell’astrazione

L’astrazione come forma di esplorazione e riscoperta. Uno stile che racconta esperienze umane e che produce nel visitatore seduzione, fascino. Nelle tele di Mattea Perrotta forme femminili si declinano in composizioni geometriche sottili, dai colori caldi e ricchi che richiamano tematiche personali quali l’inconscio, il corpo e il desiderio sessuale.

Girl with a Pearl Earring, 2017

L’astrazione come forma di esplorazione e riscoperta. Uno stile che racconta esperienze umane e che produce nel visitatore seduzione, fascino. Nelle tele di Mattea Perrotta forme femminili si declinano in composizioni geometriche sottili, dai colori caldi e ricchi che richiamano tematiche personali quali l’inconscio, il corpo e il desiderio sessuale. Utilizzando un’espressività minimale, i lavori di questa pittrice che vive a lavora a Los Angeles trattano la nozione di armonia individuale e universale. La sua tecnica pittorica trae molto della sua ispirazione dal design, dall’architettura e soprattutto dal Bauhaus, e riflette i suoi numerosi viaggi e l’interazione con le donne della sua vita. Queste influenze si concentrano principalmente nella pratica del ritratto e si fondono attraverso forme geometriche, colori delicati e suggestive astrazioni di corpi femminili. Nei suoi ritratti, o meglio autoritratti, l’artista esplora e soprattutto affronta la dualità della sua parte femminile e maschile, per cercare di trovare un equilibrio costante.

In Portrait of a Nude Woman, sua prima collezione, le forme semplificate si transfigurano in composizioni sottili dai colori blu e nudi. Le strutture maschili irregolari si associano a morbide e biomorfiche configurazioni femminili. Qui la Perrotta fa emergere il fascino per il contrasto e per la dualità, sottolineando quella preziosa e necessaria vulnerabilità che solo le donne possono apportare all’arte.

Nella sua collezione più recente, Psychology of a Visual Pleasure, Perrotta gioca con una palette di toni color carne, toni della terra e colori primari per creare prospettive inusuali e approfondire le relazioni di forma e spazio. I suoi molteplici strati di pittura modellano forme aspre e taglienti, quasi grottesche. Questo lavoro prende spunto dal saggio Visual Pleasure and Narrative Cinema (1975) della scrittrice femminista Laura Mulvey, incentrato sullo sguardo maschile e sulla descrizione delle donne nei film. Infatti l’artista usa la tematica del femminismo come un mezzo per sperimentare il proprio lavoro e per trattare il ruolo della donna nell’arte e nella società. Attraverso questa analisi, ci dimostra effettivamente quanto oggi più che mai le donne abbiano riacquistato il potere di controllare il proprio sguardo e ri-creare la propria immagine. E tutto ciò, forse, grazie anche ai social media e ai nuovi strumenti mediatici.

I suoi ultimi studi su cartone, che ritraggono suo padre come body builder, indagano ulteriormente uno corpo umano maschile attraverso uno sguardo femminile.

La sua produzione include inoltre vasi e tappeti realizzati in Marocco che richiamano colori di posti remoti e comunicano il desiderio di una condivisione sociale.

Uno stile astratto quello della Perrotta, che nonostante riduca al minimo ogni tipo di oggettività, celebra la consapevolezza spirituale della femminilità e ritrae la bellezza della dualità attraverso il potere della vulnerabilità.

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